martedì 27 gennaio 2009

Parlami di te - Post presentazione

"Parlami di te".
Ecco la formula magica per evocare una menzogna. Che domanda è? Anzi, non è nemmeno una domanda, non ha il coraggio di esserlo, lei, infingarda di una richiesta che non è altro!
Scusa, ma sei distratto tu che pronunci queste tre parole al sicuro, mentre ti metti comodo aspettando che la mia voce accenda la tv. Trasmettiamo ora sulla nostra rete il programma "Io, l'altro". Invece no...
Un libro aperto ad una pagina a caso. Abbi pazienza, altrimenti cercala in te, apprendila: entra nel labirinto senza bussola. Distratto ti ho chiamato... Quel che dico e quello che faccio e il modo in cui lo faccio parlano di me. I vestiti che indosso in realtà mi svelano, osserva attraverso i colori che scelgo. Indovina l'incertezza nella voce e segui dove poso lo sguardo.
Non fidarti di me, posso mentire, inventarmi, disegnarmi addosso la maschera migliore, più bella di me. Sarei l'eroe della fiaba che racconto, la principessa candida e innocente e mai e poi mai la strega cattiva.
Fossi vuota? Dovrei descriverti un deserto pieno di crepe in cui non inciamperesti, perchè sapendolo staresti ben attento ai tuoi passi. Ma se fossi piena, come un torrente di Marzo, ugualmente non ti travolgerei: saresti equipaggiato.
Non ascoltarmi: interpretami, scoprimi. Guardami quando sono distratta, spiami mentre vivo e fallo senza che me ne accorga. Dalla fessura di una porta socchiusa vedrai tutto il mio mondo. Sii l'autore della mia storia, dammi la tua versione di chi sono.
Parlami di me...

venerdì 16 gennaio 2009

Fuori ci sono i giorni che rincorrono la notte. Fuori c'è il sole che bussa ai vetri della finestra, i gigli viola e le margherite gialle. Fuori c'è il rumore delle macchine di passaggio, il suono della vita che va. Ci sono quelli più bravi di me, quelli più intelligenti, più simpatici. Quelli sicuri che sanno cosa desiderare e che riescono ad ottenerlo. Fuori c'è la possibilità, l'occasione da cogliere.
C'è chi mi fa paura, fuori.
Dentro c'è la luce artificiale. Dentro c'è il silenzio necessario per ascoltare, per capire. Ci sono disordine e insicurezza, la mia, più dentro ancora, dentro di me. C'è la paura di non riuscire, la zona franca dove il fuori non può raggiungermi. C'è lo spazio per prendere una decisione e tornare indietro mille volte.
C'è un solco profondo, una ferita, dentro.
Dentro, ci sono io.

domenica 11 gennaio 2009

Correva l'anno

L'insonnia me la porto appresso come una lumaca il guscio.
Stanotte sono stata posseduta dallo spirito di Gianni Bisiach e ho avuto voglia di ricercare cos'è accaduto in questo stesso giorno di anni lontani e lontanissimi. Lo consiglio per scoprire quante persone celebri in realtà non lo sono e per sentirsi relativi rispetto al tempo e allo spazio.
11 Gennaio. 11-01. Una data ordinaria e binaria. Un popolo antico cercava di rovesciare un imperatore, perchè alcuni strani uomini cercano la giustizia anche là dove non c'è... e allora sarà per questo che Paco Ignacio Taibo II è nato in questo stesso giorno, lui o il suo Héctor Belascoarán, li confondo sempre. Fosse nato più di un secolo fa, avrebbe assistito alla rielezione del primo presidente indio del suo caro e doloroso Messico.
Seguo questi numeri che rimbalzano nella storia e scopro la morte di Galeazzo Ciano. Non sarà stato troppo sorpreso della sua condanna, visto che aveva dato il ben servito a quello scomodo suocero che si ritrovava.
La stessa data se la porta appresso, scolpita sulla lapide, anche il dolce, lieve, poetico Fabrizio de André.
11 Gennaio 1980: era iniziato da poco un decennio che ha segnato questo buffo paese, uno stivale in una pozzanghera. Gli anni del riflusso si chiamano, forse perchè molti avranno sofferto di quello allo stomaco. Finiva un periodo di solidarietà sociale, di politica e cultura impegnata. Ognuno per sé, yuppies e paninari non si sono accorti di una macchia scura nel polmone parlamentare... il pentapartito! Ho ricordi abbastanza netti di uomini con grossi occhiali marroni, sorrisi soddisfatti e un'anima nera. Iniziava una paralisi politica devastante, mentre tutti erano narcotizzati dai soldi facili, dallo spray per capelli e da giacche con spalline assurde.
Ricordo tantissimi quiz alla televisione: con Mike tutti vincevano, tutti sognavano. E la Tatcher e Regan a tiranneggiare il mondo. Poi ricordo quel muro nel cuore d'Europa che un giorno è stato distrutto, non dai picconi, ma dalla libertà. Quella libertà che non è una statua all'imboccatura di un porto e che non parla Inglese. Quel muro l'ho toccato dieci anni dopo, in una città dalla bellezza devastante.
Sono passati quasi trent'anni. 11 Gennaio 1980.